Descrizione
Radical baby generation
di
Manuel Zarli
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Il mondo del lavoro? Una via crucis che premia gli eccellenti, i figli della meritocrazia, flessibili e dediti alla carriera. Lo Stato? Obsoleto, ucciso dalla globalizzazione, ma l’Europa ci salverà e l’Erasmus ci farà Europei. La società del futuro? Multiculturale, senza confini.
Gli Italiani? Ignoranti, analfabeti funzionali, razzisti e antropologicamente fascisti. Alla fine, perché prendersi il disturbo di farli votare? E nel mentre perché non dare la cittadinanza italiana a tutti? Che, si sa, se gli Italiani sono inferiori e basta sostituirli con i nuovi Italiani. Soprattutto gli anziani che ci rubano le pensioni.
E su tutto il buonismo per legge, il politicamente corretto come equivalente funzionale di una religione perduta ma che nella sua dimensione cattolica di penitenza e sofferenza vive ancora in mezzo a noi.
Sono queste le ferme convinzioni di quello che un tempo si definiva come ceto medio riflessivo: i colletti bianchi, quelli istruiti e internazionali. E se queste convinzioni fossero solo dei miti tanto creduti quanto privi di fondamenta nella realtà?
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