Areté – La rinascita – Vol 1

(2 recensioni dei clienti)

16,90

Titolo: Areté – La rinascita – Vol 1

Autore: Alexias D’Avino

Formato: 15×21

Pagine: 282

Collana: Fantasy Draghi

Cover Graphics: Claus Tamburini

Direttori scientifici: Sara Cremini, Francesco Codenotti

Editor: Antonella Cavuoto

Illustrazione in copertina: Claudia Caranfa
Simbolo della Risvegliata: Marianne Moresco
Disegni interno copertina: Marianne Moresco
Foto Autore: Luisa Pinto

1^ Edizione giugno 2024

Età di lettura consigliata 14+

Descrizione

Areté – La rinascita – Vol 1

di

Alexias D’Avino

 

“Il mare aveva ascoltato le mie preghiere, ma non poteva esaudirle; un giorno, però, le onde avrebbero spazzato via tutto il dolore. Quella era la mia unica certezza.”

Fin dall’antichità, la sete di potere degli esseri umani ha deciso le sorti di interi popoli. In un mondo in cui la magia scorre in tutte le cose, Heles, l’alta sacerdotessa delle Divine Luci di Areté, una pacifica isola al centro del Mediterraneo, sembra essere l’unica abbastanza forte da sventare una guerra che minaccia di distruggere il suo mondo e tutto ciò in cui crede. Secoli dopo, in una Napoli odierna dove la magia non è altro che un mito, la vita di Enea prende una piega inaspettata quando manifesta dei poteri inspiegabili in seguito alla scomparsa di Adam, il suo ragazzo.

La leggenda dell’isola di Areté e delle Divine Luci è stata davvero dimenticata?

Un conflitto che ha superato i confini del tempo legherà Heles ed Enea indissolubilmente; un’oscura setta che non ha dimenticato la magia del passato non si fermerà davanti a niente pur di trovare la Risvegliata, una misteriosa entità dal potere illimitato. L’umanità ha bisogno di un nuovo eroe, ma Enea potrebbe non essere quello che tutti si aspettano.

Areté, La Rinascita è il coraggioso esordio letterario di Alexias D’Avino che, attraverso la magia contenuta nel suo linguaggio e nella sua mitologia, tratteggia i nuovi confini di un monumento odierno all’inclusività, tanto delicato quanto potente e necessario.

2 recensioni per Areté – La rinascita – Vol 1

  1. Elibeth (proprietario verificato)

    Questo libro mi è entrato nel cuore e so anche il perché: dietro, nel suo passato glorioso, condivide con la me lettrice un retroterra comune, da cui sono sicura che esso deriva. “Areté, la Rinascita” è il ri-esordio di Alexias D’Avino, oserei dire la sua ri-nascita: è un libro che splende di un’identità sempre più sicura e consapevole, lontana dagli schemi prestabiliti dalla nostra società e in grado di riportarne in vita una arcaica, remota, che respira delle culture del Mediterraneo. Metaforicamente, definirei questo libro come una Jean Grey/Fenice dei Mutanti di casa Marvel che ha trovato il suo posto nell’epica classica, dominata non dal razionale ma dall’irrazionale, e dal forte legame che le popolazioni antiche percepivano con la magia. L’atmosfera greco-romana, il folklore mediterraneo, il genere fantastico e fantascientifico, il mondo degli eroi e dei super-eroi costituisce l’”humus” dell’isola di Areté, così come della Napoli dei giorni nostri.
    Il romanzo, infatti, si sviluppa su due piani narrativi, dominato da due personaggi speculari, simili e diversi allo stesso tempo: Heles da un lato, Enea dall’altro. Entrambi hanno in comune una percezione forzata di sé stessi, succubi – anche se non so quanto questo termine possa essere adatto – delle aspettative altrui e delle loro, che diventano sempre più opprimenti. Sono loro a narrarci la storia in prima persona, a parlare del proprio io e dei loro legami più intimi, sebbene siano separati da epoche millenarie e da generazioni intercorse tra i loro vissuti. Mi verrebbe da dire che il viaggio di Heles è una “katàbasis”, cioè una discesa, mentre quello di Enea è un “anàbasis”, cioè un’ascesa, accomunate da un unico fil rouge che rende catartica l’avventura di ambedue. Il loro ruolo nella storia è determinato dalla predestinazione: nonostante Alexias renda ciò un evidente fardello di Heles, è in Enea che io l’ho vista più pesante, a partire dal suo nome – che non credo affatto sia casuale: Enea, infatti, è l’eroe predestinato dai Fati per eccellenza, costretto a compiere un volere che non è il suo e sentendo la responsabilità di un intero popolo gravargli addosso. Nonostante abbia amato entrambi i personaggi, ho trovato un po’ didascalici e “frettolosi” i pov di Enea, mentre pressocché perfetti quelli di Heles, sia nello stile di scrittura che per come la vicenda veniva sviluppata, prendendosi i tempi giusti. Entrambi, tuttavia, sono fondamentali nella costruzione del romanzo, nonché forieri di una “queerness” che abbraccia qualsiasi cosa: non soltanto la rappresentazione, che c’è, è autentica e mai – e sottolineo mai – forzata, ma essa predomina nei rapporti interpersonali, nella costruzione della storia, negli interrogativi dei personaggi quando si trovano faccia a faccia con loro stessi, nelle loro insicurezze che poi diventano sicurezze e certezze.
    Sia i buoni che i cattivi sono eccelsamente caratterizzati: la misteriosa Amara, l’affascinante Laura, l’ambigua Rebecca, lo stanco Max, Adam – la cui scomparsa è la forza motrice del romanzo –, la premurosa Althea, il saggio Aerdas, ma ce n’è uno che, a mio modesto parere, supera tutti gli altri: Caius, il più grigio tra i personaggi, quello per cui il buono e il cattivo cessa di esistere e di avere un confine netto, che invece è più evidente negli altri. L’ho amato, poco da aggiungere.
    Lo stile di Alexias è terso, gentile, scorrevole, unione perfetta di “show” e “tell”: nonostante nei primi due capitoli l’abbia trovato un po’ concettoso, dal terzo in avanti ingrana perfettamente, lasciando fluire la storia come il corso di un fiume. Un altro aspetto che ho amato è l’ambientazione urban, che di solito non preferisco nei fantasy – proprio come sottogenere, l’urban non è tra i miei preferiti – ma che qui si è unito perfettamente alla rappresentazione fantastica e al contempo realistica di Areté. Non ci sono descrizioni prolisse del mondo che Alexias ha voluto proporci – un mondo fondamentalmente legato al nostro – ma l’atmosfera e i dettagli sono resi benissimo dalla sua penna. Un altro elemento che ho amato è il fatto che, pur nascendo come Urban Fantasy, “Areté, la Rinascita” appartenga ad altri generi, quali il thriller, il giallo e la fantascienza, che fanno sì che la tensione resti altissima soprattutto nella seconda parte del romanzo. Inoltre, ho adorato l’epilogo: non soltanto ci introduce al secondo volume – che attendo come poche cose – ma crea molti più interrogativi di quanti non ne siano stati risolti all’interno del primo volume, e sono sicura che Alexias non ci deluderà.

  2. Beatrice (proprietario verificato)

    Che dire, non sono riuscita a staccarmi dalle pagine, anzi, ne avrei volute altre.
    Aretè – La rinascita è il primo libro di una trilogia e si sviluppa su due linee temporali diverse, una narrata da Heles, l’altra da Enea.
    I personaggi, anche quelli secondari, sono ben caratterizzati, ricchi di punti di forza e di fragilità e non si può che empatizzare.
    I temi portanti sono certamente la ricerca di sé e l’inclusione, intrecciati a una buona dose di azione ed epicità.
    Infine non posso non parlare delle tinte greco-mitologiche che non fanno che avvolgere il lettore con un’aura mistica coinvolgente.
    Consiglio vivamente!

    PS: Caius!!!!!!!!!

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