Descrizione
IL GIOCO DELL’OCA L’anoressia raccontata a due voci
di
Daniela Pecchi – Federica Pucci – Monica Conforti
Sedici anni e una vita perfetta, quella di Federica, dove niente è lasciato al caso. Ma a quell’età si ha in testa la rivoluzione e basta un soffio di vento per rompere un equilibrio che non c’è. “Un rotolino di grasso” che appare enorme, un’imperfezione da correggere facile facile, basta non mangiare. Una ossessione che diventa presto malattia e che lentamente le impedisce di vivere.
Una diagnosi difficile da comprendere quella di “anoressia nervosa”, per la madre Monica e per tutta la sua famiglia, ala protettiva che si stringe intorno a Federica in un percorso lungo e complesso.
Dopo più di dieci anni dalla diagnosi, madre e figlia si raccontano cose mai dette, si confrontano, ognuna dal proprio punto di vista, spesso molto diverso. Si mettono a nudo, liberandosi delle maschere che hanno dovuto portare per riuscire a combattere insieme una malattia subdola e potente come l’anoressia nervosa.
Una storia vera, fatta di sconfitte e di vittorie, dove si cade per poi rialzarsi, un poco come nel “Gioco dell’oca”, raccontata con coraggio e semplicità.
Sonia Cocchi –
Consigliato, letto tutto in una sera.
Un libro che riporta le esperienze realmente vissute da una madre e una figlia.
Non ha pretese di insegnare niente a nessuno, ma soltanto di condividere un percorso. Una lettura utile a quanti desiderano avvicinarsi al tema della anoressia, osservandolo da due punti di vista differenti.
Barbera –
Letto tutto d’un fiato Ti prende l’anima lo Stra consiglio
Patrizia –
Nel leggere “Il gioco dell’oca” e la storia che narra è impossibile non esserne colpiti. E’ un vissuto doloroso e sentito che ti immerge in una vita quotidiana che non lascia grandi spazi all’immaginazione perchè reale. Una malattia dell’anima che ti chiedi talvolta mentre leggi cosa c’entri con il cibo… soprattutto quando Federica nei suoi pensieri ricorrenti dice: ma io sto male non lo capite ?
Una storia che scorre veloce sotto gli occhi di chi legge e che richiama alla mente contesti familiari che improvvisamente si devono mettere in gioco, rischiano, soffrono terribilmente insieme a chi affronta direttamente la sua battaglia. Grazie di averlo scritto.
Giuliana –
Un libro emozionante che rompe gli schemi. Bisogna parlare,condividere e sostenere le famiglie che affrontano i disturbi del comportamento. Durante la lettura mi sono sentita coinvolta,anzi, tutti siamo coinvolti. Ogni persona ,almeno una volta nella vita,si trova in una bufera,più o meno grave. Monica e Federica mostrano,senza timore,la debolezza e la forza,l’unione è la solitudine, la fede e il dialogo. Dovrebbero leggere questo libro i medici giovani, i medici adulti, i genitori, gli educatori, gli studenti dai 14 anni. Grazie di cuore Monica, Riccardo, Eleonora e Federica. Un abbraccio lungo da Bari a Poggibonsi.
Siviana –
Un libro toccante ,profondo a tratti drammatico, che tocca una malattia quasi sconosciuta a tratti nascosta chiamata ‘ Anoressia ‘ . È la storia di una ragazza sensibile e allo stesso tempo fragile, una famiglia solida e presente. Federica può essere una nostra figlia, una nostra amica ,noi stesse…un libro che può aiutare chi soffre di questa malattia e come affrontarla.
Posso solo dire che il libro rimane dentro, come rimane nel cuore questa splendida famiglia da portare come esempio.
Grazie per il vostro esempio
Paola –
La lettura di questo libro mi ha travolto in un vortice di forti emozioni.Laforza,la determinazione e l ‘unione della famiglia che traspare fra le righe di questo toccante racconto,mette tutti noi adulti di fronte alle nostre responsabilità.Mi ha colpito nel profondo anche il mantenere salda la fede,cosa che spesso in questi fragili momenti vacilla.Vi auguro ogni bene .
Marco –
Ho letto il libro e ne sono rimasto veramente sconvolto.Leggerlo può veramente aiutare e far capire ai tanti giovani e non colpite da quella che Federica chiama ” la bestia” che con grande forza di volontà,con l’ aiuto dei medici,e con alle spalle una meravigliosa famiglia,se ne può venirne fuori.