Descrizione
Come l’araba fenice
di
Vivì Coppola
Azzurra e Selvaggia.
Quale arcano motivo accomuna la storia di queste tre giovani donne che pare condividano anche lo stesso tragico destino?
Vite che spese nel tentativo di lenire le sofferenze del prossimo diventano incolpevoli vittime dell’oscurantismo dominante il medioevo.
Tre storie, che s’intersecano attraverso i secoli, di giovani donne ancora molto acerbe dal punto di vista fisico, eppure, così avide di conoscenza. Tre avvenenti fanciulle relegate, alla fine, nell’ingiusto ruolo di streghe e condannate così a una tragica fine.
Soprusi, sevizie e violenze gratuite in un periodo in cui la figura femminile era estremamente sottovalutata o, nel migliore dei casi, considerata alla stregua di un soprammobile.
Ma Azzurra Selvaggia, l’ultima delle protagoniste, non ci sta a essere considerata un ninnolo ornamentale.
La giovane segue gli insegnamenti di Adamantine, la Strega dell’Antro Infido. Sarà proprio Adamantine, sapiente druido di un antico monastero, a indicarle la via della conoscenza. Ma la strega, che costringe a sua insaputa la ragazza a una vita da eremita e lontana da ogni civiltà, nasconde anche un orribile segreto e toccherà proprio ad Azzurra Selvaggia svelare i misteri che la donna cela con grande accortezza.
Tre vite connesse per sempre attraverso un legame che non può dissolversi nel tempo, con altrettante storie ricche di avventure e colpi di scena, ma anche un intreccio fantasy, nella parte conclusiva, del tutto inatteso.
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