TRITICUM

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Descrizione

Triticum

Contrappunti leggeri e condivise armonie
tra le spighe di grano e le ardite passioni.

Di

Vinicio Salvatore Di Crescenzo

 

In Triticum, l’autore compie un percorso metaforico attraverso
la poesia. Un viaggio che lo porta a scandire le tre fasi principali
del ciclo stagionale del grano. Dalla semina, tempo di promesse
e di speranze affidate alla natura, al tempo della mietitura, atto
nel quale i sentimenti umani riscoprono i valori e le passioni.
Infine le spigolature, che recuperano quanto la coscienza offre
da ogni riflessione. Triticum è dunque un contenitore di immagini
e pensieri fissati lungo il tragitto della vita, in un percorso
diacronico e simbolico con uno dei più antichi frutti della terra.

*****

“Passato, presente, ricordi, emozioni declinati in poesia. Racconta
storie, belle storie, Vinicio Salvatore Di Crescenzo. E sa come farlo.
Crea suggestioni, prende per mano il lettore e lo cattura, lo accompagna
in un viaggio che parte dalla natura per arrivare all’anima,
attraverso immagini e temi privati che diventano universali”.
                                                   Dalla prefazione di Carla Cucchiarelli

*****

“La grande impresa nel raccontare se stessi,
è far vivere le proprie emozioni nel cuore degli altri.”
                                       Vinicio S. Di Crescenzo

9 recensioni per TRITICUM

  1. Rosa

    Ho letto “Triticum” ………
    Ho iniziato dalla prima poesia: “spighe di grano” ed ho ritrovato nelle ultime parole : “giacchè la mietitura semina odore di primordiali essenze” i ricordi della mia infanzia e l’odore del grano raccolto che veniva scaricato dalla mietitrebbia nel piazzale davanti casa dei miei genitori. Ho rivisto i loro visi gioiosi per quei giorni di festa. Il momento in cui raccogliamo ciò che abbiamo seminato e curato e veduto crescere viene portato come metafora nelle nostre azioni e nei progetti di vita. Ho camminato con l’autore ed ho calpestato: “gli spumeggianti capricci delle onde” giovando della fresca brezza marina al tramonto.
    Il mondo di Triticum è popolato di spighe di grano, stelle marine, alberi di pino, animali coraggiosi, fiori, fiumi ed il mare, quel mare che da sempre ha accolto le nostre menti inquiete e le ha rasserenate, quel “mare del sud” in cui ho rivisto una giornata al mare con gli amici di sempre mentre i ciottoli, ignari delle nostre speranze e dei nostri sogni, seguivano un tortuoso tragitto. Mi ha commosso la visita a qualcuno che ci parlava in tempi lontani non più vivo, un incontro tra poeti che non possono parlare sul piano fisico ma che lasciano riflessioni profonde davanti ad una tomba e quel legame surreale cercato e narrato diventa in noi immaginazione mi ha spinta a chiedermi: “di cosa avrebbero parlato se si fossero incontrati di persona?” queste due anime sensibili, li ho immaginati, uno di fronte all’altro, in una incessante conversazione fatta della stessa sostanza. Le poesie che appartengono al sentimento nobile dell’amore, quell’amore incontrato tra il vento gelido di Gennaio e i ceppi recisi e dipinti, si è vestito di carne e d’anima e si è mostrato come un sole che ha liberato la vita dalla foschia per donarle luce sopra ogni affanno. Quell’amore che mi ha portata nel giardino degli aranci dove si è affacciato all’orizzonte ed ha spaziato tra il mondo antico ed il moderno e si è espresso con delicati baci profumati dall’aranceto.
    Ciò che raccontano queste poesie è l’attaccamento alla propria terra d’origine che mai è dimenticata o lasciata senza ritorni ed al cuore parla anche da lontano perchè la riconosce come nodo che lega al mondo. Tanto altro c’è ancora, vi invito a leggerlo in modo da poter compiere ognuno un viaggio personalissimo come lo è stato il mio su questi bellissimi versi!

  2. Laura Camerani (proprietario verificato)

    Coloro che desiderano PERDERSI negli angoli nascosti della propria mente, per poi RITROVARSI più forti e consapevoli dei propri desideri più profondi, possono senza dubbio abbandonarsi ai versi di Vinicio Salvatore Di Crescenzo. “Triticum” è la voce di ricordi indissolubili, perché legati ai sensi ed è il viaggio della nostra vita, attraverso la natura, così generosa ed estasiante ma anche violenta ed imprevedibile. Si comincia con la speranza di godere di tempi migliori, mentre si cammina per sentieri stretti e solitari, che servono in realtà a capire i propri sentimenti e desideri; poi si riscopre la voglia di ritrovare il calore perduto e di essere di nuovo avvolti dall’inebriante abbraccio estivo, incorniciato dal sole e dal mare, che risveglia i sensi assopiti dal lungo e freddo inverno. All’improvviso assale la voglia di essere di nuovo “accarezzati dal rumore delle onde del mare” e la brama di riscoprire quei brividi che penetrano nel profondo e non lasciano più. Lo consiglio vivamente.

  3. Carmen Rosa

    Ho letto quasi tutto d’un fiato questo libro lasciandomi trasportare dalla bellezza dei versi di Vinicio Salvatore di Crescenzo.I versi di “Triticum”esprimono non solo la sensibilità poetica dell’autore ,ma anche l’attaccamento alla sua terra perché ha saputo coniugare la bellezza della natura in tutte e tre fasi principali del ciclo stagionale del grano.Questo libro mi ha accarezzato l’anima arrivando dritto al cuore e lasciandomi in un mondo di insostituibili emozioni .Complimenti all’autore ed esorto tutti a immergersi in questa meravigliosa opera .

  4. Federica Sanguigni

  5. Francesca Ghiribelli

    Citazione
    …Attendo che finisca il tempo dell’attesa per nutrire ogni mia passione
    col tuo biondo sguardo compassato e col pane ancora crudo che mi donerai
    prima dell’autunno…

    Recensione
    Mi sento vicina da sempre al genere della poesia, soprattutto contemporanea, essendo anche io un’autrice. Era molto tempo che non leggevo poesia dei nostri tempi così capace di scavare a fondo le antiche origini della scrittura, rendendola al contempo attuale. L’autore ci spiega con le sue profonde tematiche come si riesca ad accordare l’oggi con l’ancestrale origine di un mondo che fu, dove lo scandire del tempo veniva definito dalle stagioni e dal ciclo della natura. E cosa trovare di meglio se non il paragone del ciclo stagionale del grano…. Suddividerlo nelle sue fasi e compararlo con il profumo e il sapore antico della scrittura, o meglio della poesia?
    Un libricino che ha un cuore grande e un’anima che si posa e si inchina di fronte alle origini del tempo, già perché la poetica dell’autore Di Crescenzo ci commuove, ci emoziona e ci fa riflettere, soprattutto pensando al fatto che, nonostante il mondo vada avanti, si sia evoluto per certi versi e altri no, in fondo parte sempre dalle sue origini. Come un bimbo in fasce, inizia sempre, come d’altronde fa la vita, dal vagito primordiale, in cui si viene al mondo. Perché dobbiamo sempre essere grati alle nostre radici per essere orgogliosi di far parte dell’universo.
    L’opera ha la prefazione della prestigiosa Carla Cucchiarelli, vice direttore Tg3 Lazio. E da lettrice ed estimatrice poetica, mi incanto di fronte ai versi dell’autore, scopro l’introduzione del tempo della semina, quello di cui è fatta la vita, ovvero di un lungo viaggio fra passato, presente e futuro. La mietitura, è il prezioso momento in cui scavare a fondo nell’io del poeta, ma leggendo Di Crescenzo troviamo anche versi sul rapporto con il poeta pontino Libero De Libero, infatti si ritrova davanti alla sua tomba, per poi incontrare i sorrisi e le emozioni scaturite dalla figura del padre, le bellezze capitoline, i monumenti della città dello scrittore, i baci che si fanno largo nei ricordi del mare. “Ma quanto è bella la sensibilità al contempo piega l’animo e il cuore del poeta di fronte alla sofferenza infame della vita nei giorni dell’addio alla madre portata via da un male oscuro e crudele”, ma ci delizieremo anche leggendo i frutti acerbi da cogliere domani. Semina, mietitura, spigolature. Ecco tutte le fasi del grano.
    Poesia che ha voglia di partire con anima e cuore, ma come succede nei classici e nei veri poeti, vuole sempre far ritorno nel suo amato porto, alle sue amate origini. Il titolo di questo libro prende il nome da delle graminacee, che sono una specie di grano o frumento risalente addirittura al Mesolitico. Venivano usate per diete sane e utilizzate come prime coltivazioni: oggi la spiga di grano è ricchezza sociale e patrimonio naturale, che viene comparato al tesoro della scrittura, cibo per l’anima, precisamente la poesia. Deliziosi il sottotitolo e l’immagine di copertina con le spighe piegate dal vento e al contempo accarezzate dal vento, dalle lune compagne, fedeli di un’estate. In Di Crescenzo riaffiora anche la poetica musicale di Ivano Fossati che vibra fra le corde dei versi dell’autore. Io ho vissuto questa lettura come un viaggio sui tasti di un pianoforte accordato dalla melodia del cuore e dell’anima in mezzo ad un campo di grano assolato mitigato dalle carezze fresche del vento. Pura emozione da contemplare in eterno sul cammino della vita.

    Francesca Ghiribelli

  6. Maria Teresa De Donato

    Poeta romantico e, al tempo stesso, decadente della più bell’acqua è Vinicio Salvatore Di Crescenzo.
    A volte più crepuscolare ed altre più ermetico, con la sua raccolta Triticum Di Crescenzo si allinea alla migliore tradizione leopardiana, ma anche e soprattutto a quella di altri grandi poeti della letteratura italiana dell’’800 e del ‘900.
    Il Triticum, che indica il grano o frumento, e le respettive fasi di semina, mietitura e spigolatura sono un’opportunità per il poeta di ripercorrere il naturale flusso degli eventi nei campi, utilizzandoli come simbolismi e metafore della Vita stessa.
    Ritmi dolci e malinconici ci riportano al ‘sentimento del tempo’ e al ‘dolore’ della poesia ungarettiana così come all’analisi e all’accettazione di una Natura ‘madre’ pronta, all’occorrenza, a trasformarsi in ‘matrigna’ in quella di Leopardi.
    Il sottotitolo Contrappunti leggeri e condivise armonie tra le spighe di grano e le ardite passioni indica chiaramente che Natura e Amore sono considerate le basi dell’esistenza umana.
    Analisi introspettiva e consapevolezza del proprio essere sono sempre presenti nei versi di questo poeta che non esita ad aprirsi al mondo onestamente ed altrettanto candidamente:
    “Tortuoso è il tragitto che ho percorso…”

    “… ci allontaniamo nella speranza di accecare illusioni evanescenti, celate con sagacia dentro un inganno che non sa mentire” mentre

    “Gli aghi di pino sono torrenti di parole che non trovano respiro…”

    “Piango davanti al baratro
    che ha osteggiato ogni mia ambizione
    stroncata da fatica senza desiderio e da convinte insicurezze
    figlie di paura e di incertezze.”

    Amore e passione si alternano in questa raccolta evidenziando la natura decisamente romantica del poeta:
    “Il tuo abbraccio mi penetra fin dentro l’anima come una spada che trafigge l’ultimo respiro…”

    La Vita scorre e, tra illusioni, speranze, amori, disillusioni e perdita di persone care
    “Usciamo dal buio e dai rumori… per ritrovarci tra le vie… che ci conducono nel ventre del mio mondo antico… verso un passato scomparso in un baleno dentro il tormentato labirinto in cui si perde il tempo.”

    L’attaccamento alla Natura, reso attraverso descrizioni particolareggiate di bellissimi paesaggi, sia campestri sia marini, ricchi di simbologie e metafore che offrono chiavi di lettura diverse, così come l’amore per la propria terra di origine rappresentano il punto di partenza ed anche di arrivo di questa stupenda produzione letteraria.
    Il desiderio di esplorare nuovi orizzonti si confronta spesso con la consapevolezza del valore sentimentale del ‘natio borgo selvaggio’ e dell’appartenenza alla
    “… mia terra che non avrà mai il coraggio di lasciarmi andare…”

    ricordandoci che
    “Nei silenti campi di grano
    si incarnano storie remote,
    impressioni di una realtà fugace
    e nuove Stagioni dall’incerto avvenire.”

    Triticum è, a mio avviso, una stupenda produzione poetica di un Autore dotato di una profonda e rara sensibilità, che rende onore a Vinicio Sebastiano Di Crescenzo come Uomo prim’ancora che come Artista.
    Una lettura che consiglio vivamente ai lettori di ogni età.

    Maria Teresa De Donato, Giornalista Freelance, Blogger, Autrice

  7. Francesca

    La Poesia è personale e universale al tempo stesso, leggere Triticum mi ha riportato a questo concetto di intima universalità, risalendo le radici fino a raggiungere la spighe dorate dell’esperienza di vita. Mi è piaciuta la capacità dell’Autore di stimolare i sensi e di descrivere con cura, fino a far diventare i dettagli e le emozioni un tutt’uno.

  8. Roberta Venturini

    Nelle mie riflessioni sulla poesia, di sicuro deviata da discutibili esperienze scolastiche, ho sempre pensato a versi per lo più incomprensibili, spesso noiosi, che a me poco o niente avevano da dire. In questi ultimi tempi, per vari motivi, sto leggendo diverse raccolte di poesie che stanno sovvertendo questo pensiero. Nello specifico, i versi di Vinicio mi hanno stupita, e non poco: i suoi sono pensieri poetici, che si esprimono con una musicalità toccante. Nelle sue parole non c’è niente di ermetico, si capisce sempre quello che vuole dirci, in modo che ci possa arrivare con semplicità la bellezza delle immagini che ci vuole trasmettere. Nella prima parte Vinicio ci racconta del suo legame con la natura, dalle spighe di grano al lento scorrere del fiume. Un legame che ci accomuna tutti, sul quale affondano le radici di ognuno, ma che la maggioranza delle persone sembra avere dimenticato. Con questi versi il poeta ci rimette in contatto con le nostre origini, riporta alla memoria la bellezza, la grandiosità e l’importanza che queste hanno per tutti, ci dà modo di riflettere, anche senza affrontare direttamente l’argomento, su quello che stiamo facendo alla nostra Terra. Nella seconda parte, invece, ci racconta dei tanti sentimenti umani che abitano il cuore degli uomini: dall’amore, alla morte, alla religione, ecc… L’autore stesso ci dice che “Triticum è un contenitore di immagini e pensieri fissati lungo il tragitto della vita”, ed è tutto vero, perché le sue parole si trasformano davanti ai nostri occhi in immagini, rendendo il suo messaggio vivo, forte e comprensibile. Purtroppo non lo conosco personalmente, quindi non saprei dire quanto di se stesso e della propria esperienza, ci sia nelle sue poesie. Io però credo che ci sia tanto, perché solo chi prova in prima persona certi sentimenti poi riesce a trasmetterli con tanta forza, semplicità e chiarezza.

  9. Marzia

    L’autore di “Triticum, contrappunti leggeri e condivise armonie tra le spighe di grano e le ardite passioni”, ci regala 60 poesie divise in tre argomenti ben distinti: nella natura, nei sentimenti e nelle riflessioni.
    Ho letto e riletto le poesie e non so se sono capace di interpretare quello che vuole dire l’autore ma ci voglio provare. Nonostante gli argomenti siano divisi io ho riscontrato i tre temi sempre presenti in tutte le poesie che trovo molto belle, espressive, delicate e a volte struggenti.
    Nel primo capitolo, alberi, piante, fiori e animali sono chiaramente presenti. Alberi alti e piante dai grandi ombrelli si stagliano verso il cielo ed offrono protezione, riparo e riflessione mentre i fiori e gli animali sono teneri e delicati nelle descrizioni. Tutti vivono nella natura e a volte combattono contro di essa ma ce la fanno sempre perché sono un tutt’uno e la natura non distrugge le sue creature. Un altro elemento importante è l’acqua, quella che sgorga dal terreno limpida ed impetuosa o quella del mare più calma, rassicurante ed avvolgente che ti fa riflettere con e di te stesso semplicemente guardandola perché anch’essa fa parte della natura.
    Nel secondo capitolo i sentimenti di vario genere sono i protagonisti. Le poesie dedicate ai genitori sono molto dolci, commoventi e struggenti.
    Nel terzo capitolo sentimenti e riflessioni sono molto importanti. Il cammino, il viaggio, le origini, incertezze, partenze…
    Non mi piace una poesia in particolare, mi piacciono tutte anche se in modo diverso, ma questo è solo un mio parere personale.
    Vorrei dedicare due righe alla poesia “Mi dipingi”, l’ho tenuta per ultima perché è quella che mi ha fatto più riflettere e pensare al mio papà quando guardando la tela dipingeva i suoi quadri, era in un mondo tutto suo e trasferiva su di essa tutto il suo amore per l’arte, mi ha fatto anche sentire l’odore dei colori ad olio, la sua spatola e i suoi disegni abbozzati a matita o pennarello ed è stato veramente emozionante… (papà c’è ancora ma non ha più voglia di dipingere…)
    Usando le parole dell’autore “La grande impresa nel raccontare se stessi è far vivere le proprie emozioni nel cuore degli altri” direi che ci è proprio riuscito.
    Marzia

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