Amélie

(2 recensioni dei clienti)

16,90

Titolo: Amélie
Autore: Luca D’Onofrio

Formato: 15X21

Pagine: 354

Collana: Star Romance

Cover Graphics:

Impaginazione: Vincenzo Mazza

Direttore scientifico: Annalisa Baeli

Editor: Annalisa Baeli

1^ Edizione aprile 2025

ISBN: 979-12-82139-69-4

Età di lettura consigliata 14+

Descrizione

Amélie
di

Luca D’Onofrio

San Francisco.
Un incidente d’auto stravolge la vita di una famiglia: quella di Donatello Sparvieri, il pugile italiano campione del mondo dei pesi massimi. In quel nefasto evento perde sua moglie Amélie, rimanendo solo con sua figlia appena adolescente. L’uomo cade in una spirale discendente d’alcol e di cattive scelte, mettendo a dura prova il rapporto con sua figlia. Questo, fino a quando dall’Italia non arriva suo nonno Berto, un anziano uomo di quasi novant’anni, burbero e inacidito, per portarli via con sé. Con loro andrà anche il cognato, François. Si ritroveranno a Fondi, una piccola cittadina nel Lazio, tra aranci, ulivi e il mare a fare da sfondo. Ma qualcosa sconvolgerà ancora una volta le loro vite. Amori, drammi familiari e tanto ridere. Tutto questo è Amélie.

2 recensioni per Amélie

  1. Michela

    Siamo abituati a leggere la penna di Luca in una veste diversa, ma questa volta ha deciso di buttarsi nel mondo del romance, e ha fatto davvero bene.
    Gli ho sempre riconosciuto una sensibilità magnifica nei suoi libri, nei suoi personaggi e nel descrivere le emozioni e qui è riuscito veramente a toccare delle corde del mio cuore che tengo nascoste a molti.
    Il romanzo è scritto bene, fluido e non monotono. L’amore si intreccia a momenti di vita quotidiana in un puzzle perfetto. Gli intrighi nonostante si tratti di un romance non mancano quindi la curiosità ti incolla alle pagine.
    Nella parte finale, beh il fazzoletto è stato il mio compagno.
    È un romanzo che lascia spazio anche a tematiche importanti, riflessioni e interessanti spunti, oltre alla curiosità di visitare la città Fondi.
    Mi è piaciuto moltissimo e lo consiglio agli amanti del genere ma anche a chi ha voglia di aprire il proprio cuore a emozioni forti.

  2. Readstopper

    Amélie è una storia che si muove tra due continenti, tra passato e presente, tra il dolore per una perdita devastante e il bisogno, mai scontato, di ricominciare.
    Siamo a San Francisco, metropoli viva, dinamica, ma anche crudele per chi è schiacciato da drammi personali. È qui che troviamo Donatello Sparvieri, un pugile italiano di fama mondiale, la cui carriera e in un certo senso anche la sua vita, si interrompe bruscamente dopo un tragico incidente d’auto in cui perde la moglie, Amélie. Il dolore per questa perdita è devastante, e Donatello non riesce più a trovare un motivo valido per rialzarsi, per tornare a combattere, questa volta non sul ring, ma contro i fantasmi che lo tormentano.
    Dopo l’incidente, Donatello inizia un lento ma inesorabile declino. Il dolore non si manifesta solo attraverso il lutto, ma prende corpo in scelte autodistruttive: frequenta bar squallidi, si rifugia nell’alcol, si isola da tutti, compresa Kaete, la sua giovane figlia. L’immagine che ci viene restituita è quella di un uomo spezzato, non tanto nel fisico quanto nell’anima. Un ex campione che ha perso il proprio centro emotivo, la propria bussola morale. L’incapacità di affrontare il dolore si trasforma in un atteggiamento apatico e disinteressato nei confronti di chi gli sta intorno. E a soffrirne più di tutti è proprio Kaete che rappresenta la voce della ragione, l’ultimo legame tra Donatello e la realtà. È una ragazza forte, matura per la sua età, che cerca disperatamente di riportare il padre alla vita, ma si scontra con un muro di dolore troppo spesso. Il rapporto padre-figlia, inizialmente tratteggiato con delicatezza e tensione emotiva, evolve poi in una frattura profonda, un distacco necessario per salvare entrambi.
    Stanca dell’inerzia del padre, Kaete prende una decisione coraggiosa e inusuale: chiede aiuto. E lo fa contattando il bisnonno Berto, una figura saggia e forte, che decide di portare con sé lei e Donatello in Italia, nella città natale di quest’ultimo, Fondi, un piccolo centro del Lazio dove i ritmi sono diversi, i ricordi sono tanti e la vita ha ancora un sapore autentico.
    Il ritorno a Fondi è anche un ritorno alla memoria. Ogni angolo, ogni volto, ogni gesto ha un richiamo al passato. È qui che entrano in scena nuovi personaggi fondamentali, come lo zio François, fratello di Amélie, e figura chiave del romanzo. François è un personaggio che, personalmente, ho trovato molto affascinante. A differenza di Donatello, affronta il dolore con un approccio più leggero, quasi ironico. Eppure, dietro quella superficie apparentemente rilassata, c’è un universo di sofferenze e traumi irrisolti.
    Il contrasto tra Donatello e François funziona benissimo, non solo a livello narrativo, ma anche simbolico. Da una parte, l’uomo distrutto dal dolore che non riesce ad andare avanti; dall’altra, colui che ha imparato a conviverci, a trasformare il dolore in una maschera di resilienza.
    Il romanzo mette in scena una serie di dinamiche familiari credibili, mai stucchevoli, anzi molto realistiche.
    Ogni personaggio ha le sue zone d’ombra, i suoi errori, i suoi silenzi, ma è proprio questa imperfezione a renderli vivi.
    Nonostante sia morta, Amélie è una presenza costante nel romanzo. Attraverso una serie di flashback che ci portano alla sua infanzia, conosciamo una donna forte, intelligente, ma anche ferita. Il rapporto tra lei e François, il loro passato complicato, arricchiscono la narrazione con nuove sfumature emotive. Non è un semplice espediente narrativo, ma un modo per farci comprendere quanto il passato influenzi il presente, e quanto ogni storia personale abbia radici profonde.
    I capitoli dedicati ad Amélie e François sono struggenti, a volte dolorosi da leggere, ma assolutamente necessari. Servono a completare il quadro emotivo della vicenda e ci fanno capire quanto ogni personaggio porti con sé un bagaglio pesante, fatto di lutti, errori, tentativi e ripartenze.
    Uno degli aspetti che più ho apprezzato di questo romanzo è la sua capacità di raccontare una storia personale e intima, ma con un respiro universale. Chi non ha vissuto, almeno una volta, un lutto difficile da superare? Chi non si è sentito perso, impotente, senza direzione?
    Il libro ci ricorda che la rinascita non è un atto eroico, ma un percorso fatto di piccoli gesti, di persone che ci tendono la mano, di decisioni difficili da prendere. A volte serve cambiare città, paese, lingua. Altre volte basta avere il coraggio di ascoltare chi ci vuole bene.
    Lo stile dell’autore è molto fluido, sincero, diretto. Non ci sono fronzoli inutili, ma ogni parola è scelta con cura per colpire il lettore, per farlo entrare nella testa e nel cuore dei personaggi. Ma ciò che davvero colpisce è la capacità di raccontare le emozioni, spesso con pochissime parole, ma con una forza disarmante. È un libro che ti fa riflettere, che ti accompagna anche dopo che hai chiuso l’ultima pagina.
    Una lettura che consiglio con il cuore, soprattutto a chi ha bisogno di credere, ancora una volta, che la vita, anche dopo una tragedia, può ricominciare.

     
    “ Non basta il perbenismo per lenire anni di ingiustizie. ”
     

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