Descrizione
La figlia di oro e polvere – Le avvisaglie – Volume I
di
Anita Zava
Nelle terre dell’impero di Hedras è venerato Mezaviris, divinità che persegue la sacralità della vita e rifiuta la non morte. I suoi discepoli vegliano insieme all’imperatore per garantire la stabilità e la sicurezza. La negromanzia è proibita. Mancano poche settimane ai festeggiamenti per il trecentesimo anniversario dell’Approdo, i simboli della fede sono innalzati al vento su stendardi bianchi, rossi e oro, le città ardono del calore delle fiamme che abitano i loro templi. Alla soglia dell’inverno, la vita di Sheridan Mondur è destinata a cambiare: i suoi poteri connessi alla morte vengono scoperti e al suo inseguimento viene inviato l’inquisitore Orion Delian, che ha il compito di catturarlo e piegarlo ai dettami della divinità. Lilith Mondur, figlia di Sheridan, è costretta a pagare per le colpe del padre ed è obbligata a fuggire. Inizia così il suo viaggio, che la porterà a conoscere Ghedlin Breyad, un uomo dal pericoloso passato. Queste e altre vite si intrecceranno e scontreranno, facendo di “La figlia di oro e polvere – Le avvisaglie” il primo capitolo di un’epica saga, in cui sangue e magia si intessono l’un l’altra in disegni oscuri e inaspettati.
Beatrice –
Fantasy italiano che sorprende!
La penna dell’autrice è delicata ma incisiva. I personaggi sono tutti ben caratterizzati, vivi le loro gioie, angoscia e dolori, in un’ambientazione gotica e cupa, ma con un guanto di magia che aleggia nell’aria.
Non vedo l’ora di scoprire cosa accadrà loro nel secondo volume!
Francesco –
“Un altro passo.”
“Un altro ancora.”
«Amore, ho voglia di leggere Anita.»
Questa, con molta probabilità, è una delle frasi che più spesso Sara Cremini, mia moglie, mi ha sentito ripetere nell’ultimo periodo. E cavolo quanto mi era mancata!
E cavolo se sono caduto bene!
“La figlia di oro e polvere” è in assoluto la mia lettura preferita dell’anno. Difficilmente, molto difficilmente, definisco un libro “perfetto”, ma
“La figlia di oro polvere” rasenta la perfezione.
Scritto con una penna che incanta e sa trascinarti con sé, è il libro che tutti dovrebbero leggere e che, lo dico con un po’ rammarico, dà dieci volte il giro a letture ben più blasonate, che spesso di “bello” hanno solo il nome che le pubblica.
Perché “La figlia di oro e polvere” ha tutto per essere un libro che tutti dovrebbero leggere: personaggi ben scritti, dialoghi convincenti, una storia che incanta e tiene incollati alle pagine, un worldbuilding magnifico, una copertina che spacca.
Sa trascinare con sé con la stessa, antica perfezione della nobiltà inglese; sa trascinare con sé con la stessa, antica perfezione di una carezza all’anima.
“La figlia di oro e polvere” è un dark senza essere un dark, è un romantasy senza essere un romantasy. È un romanzo d’esordio senza essere un romanzo d’esordio.
“La figlia di oro e polvere” è un bel libro. E tanto basta. E il fatto che lo sia è un orgoglio e una gioia, perché cavolo quanto bisogno c’è in Italia di letture davvero belle!
Leggetelo: non ve ne pentirete.
Parola di Necromante.
Maurizio –
Questo primo capitolo racconta della fuga di Lilith, figlia del famoso negromante Sheridan, attraverso l’impero di Hedras, inseguiti da soldati e sacerdoti. Un viaggio in cui la ragazza scoprirà anche l’amore. I personaggi sono ben caratterizzati e le descrizioni molto accurate
Lexie –
“La Figlia di Oro e Polvere-Le Avvisaglie” è l’esordio di Anita Zava, una scrittrice che ha saputo rievocare la bellezza del fantasy più tradizionale innovandone il linguaggio e adattandolo ai nostri tempi.
In questa avventura, dove non ci sono eroi, ma persone che cercano di sopravvivere e/o farsi strada nel loro mondo, l’umanità dellə personaggə prende tutto lo spazio possibile.
La cosa incredibile è che, per quanto si tratti di un romanzo fortemente character driven, l’autrice riesce a tracciare nel dettaglio il mondo in cui la storia è ambientata. Non mancano le tradizioni, il folklore, un sistema magico soft, ma comunque affascinante.
Tutto è coerente e ben studiato, per rendere la lettura un’esperienza quanto più immersiva possibile.
Lilith è una protagonista dalle mille sfaccettature, con paure e fragilità che l’hanno formata e un rapporto davvero complesso con Sheridan, il padre. In lei non solo scorre una magia che sfida la morte stessa, ma anche l’eredità di una famiglia maledetta dal dolore della perdita.
Ghedlin, dal canto suo, trascina dietro di sé un bagaglio altrettanto pesante. È un non-morto, riportato alla vita dalla magia del padre di Lilith. Quando lo conosciamo per la prima volta, il giovane è schiavo di un’apatia che lo isola dal resto del mondo. È la stessa Lilith, fuggitiva a causa delle violazioni del padre e della sua stessa negromanzia, a dargli un motivo per sentire la vita scorrergli di nuovo nelle vene.
Il loro rapporto, da semplici compagni di viaggio a qualcosa di più, è raccontato senza fretta, svelandoci la complessità dei loro caratteri, dei loro desideri e delle ambizioni che li contraddistinguono.
L’autrice riesce anche a delineare una relazione positiva che, in un contesto fantasy, non fa mai male (i rapporti tossici mi hanno un po’ stancato).
Oltre all’avventura di Lilith e Ghedlin, assistiamo anche al tormentato viaggio di Sheridan, negromante ricercato e contatto diretto con divinità oscure e reiette.
Non ho ancora preso una posizione nei suo confronti, ma il fascino di questo personaggio, da cui tutto parte, è innegabile. Altrettano affascinante è la figura dell’elfo Orion e di Kheya, vecchia amica di Lilith. Entrambə sono partitə alla caccia di Sheridan e della figlia per servire il loro popolo e il loro dio, eppure le motivazioni personali, ben più profonde, non mancano.
Anita Zava ha pieno controllo su queste storie e sa come raccontarle, spalancando le porte del suo mondo con una forza creativa invidiabile.
Io non vedo l’ora di proseguire questo viaggio!