Descrizione
Figlia del destino
di
Chiara Bortolon
Eleonora è una ragazza sola, abbandonata a pochi mesi dalla nascita. Ci sono un orfanotrofio, un assistente sociale, una vita vissuta a stenti. Ma non c’è una madre, non c’è un padre. Solo una figlia, una figlia del destino che si ritrova costantemente a dover far fronte a piccoli dispiaceri quotidiani che, affrontati in solitudine, diventano un grande peso che la schiaccia senza darle la forza di rialzarsi. La storia di come un abbandono rende l’anima fragile come una foglia ma altrettanto forte per cercare di rimanere in equilibrio su quel grande percorso tortuoso di cui è composta la vita.
Quella di Eleonora è divisa in due: da un lato lotta per ritrovare le proprie origini, dall’altro rincorre la felicità.
Ma cosa succede se una cosa esclude l’altra? Cosa succede se, quando Eleonora smette di cercarle, le risposte che ha rincorso una vita intera si catapultano davanti a lei rivelandole una verità che la farà smettere di respirare per un istante?
Bruna Gonzi –
Questo romanzo, scritto molto bene, ho trovato abbia una costante, la malinconia. La protagonista, Eleonora, cerca di contrastare questo stato d’animo con ogni mezzo a sua disposizione e a un certo punto della narrazione, nel momento nel quale si rende conto che finalmente anche per lei è arrivato l’incontro con la felicità, ripete questa parola come fosse un mantra, a convincersi che ce n’era in serbo anche per lei.
Io dall’inizio alla fine della storia ho visto come un velo che ricopriva ogni cosa senza che ci fosse la possibilità di scoprire chiaramente sotto a quali e quanti colori la vita di Eleonora prendesse forma. Il trauma di essere stata abbandonata alla nascita è stato l’unico filo conduttore del romanzo sul quale, dall’inizio alla fine, come su una corda tirata che dal passato conduce al futuro, Eleonora si è tenuta in un precario equilibrio, portando con sé tutte ciò che di bello aveva creato, con la consapevolezza che nulla viene regalato ma deve essere conquistato con determinazione.
Piuttosto che sottolineare le avversità della vita della protagonista, per altro ben gratificata da una meravigliosa figlia, da affetto e appoggio ricevuti da chi sempre ha avuto vicino, da un marito speciale, veicolerei l’attenzione sull’emotività. Eleonora è una donna fragile, il suo cuore è un cristallo spezzato ed è alla ricerca del frammento che lo possa ricomporre……e la mamma che l’ha abbandonata, che forse le somiglia pure……sarà l’unico, il più prezioso da ritrovare.
Solo allora quel velo, come fosse un sipario, si solleverà per mettere in scena la vita.