DI TE NE RESTERÀ ANCORA Storia di un poeta che divenne drago

(2 recensioni dei clienti)

14,00

Titolo: DI TE NE RESTERÀ ANCORA Storia di un poeta che divenne drago

Autore: Emanuele Gamba

Formato: 14×20

Pagine: 168

Collana: Aonia

Cover Graphics: Antonello Venditti, Claus Tamburini

Illustrazione in copertina: Antonello Venditti

Editor: Antonella Cavuoto

Direttore scientifico: Clelia Moscariello, Vinicio Salvatore Di Crescenzo

1^ Edizione aprile 2024

Età di lettura consigliata 16+

Descrizione

DI TE NE RESTERÀ ANCORA Storia di un poeta che divenne drago
di
Emanuele Gamba

Non avevo certezze quando ero un uomo

Non le ho ora che sono un drago.

Presto più non sarò savio

ma canterò sulla rupe ogni notte.

Sei la brezza del tramonto

e la tempesta del mattino.

Si narra qui la storia di un poeta che si innamora di una strega solitaria dalla bellezza sconvolgente, donna temibile e potente oltre ogni dire. Qui si incastra l’andare del tempo con un capello di vento. La parola nasce dal fuoco. Da una scintilla dormiente divampa un legame di passione, amore e perversione che trasforma un giovane innamorato in un drago obbediente. Con i versi, il poeta racconta la sua storia, contempla l’amata, si dona a lei abbandonandosi al suo dominio e cade, piano, nel baratro della follia. È dannazione o libertà?

La parola è del poeta, la narrazione è dell’aedo, il resto è della strega.

2 recensioni per DI TE NE RESTERÀ ANCORA Storia di un poeta che divenne drago

  1. Arianna

    4.5*
    Il libro è molto particolare e scorrevole. Ha avuto il grande pregio di farmi (ri)avvicinare alla poesia e mi ha spinto a riflettere circa i temi trattati – è il bello di questa forma d’arte: ci permette di immedesimarci e di rifletterci, quasi fosse uno specchio, aiutandoci a trovare dei frammenti di noi. Personalmente sento di consigliare questo libro a chiunque stia cercando un viaggio di bellezza e trasformazione, tra amore e dolore.

  2. Simona

    Questo libro mi ha trasportata indietro di qualche anno, alle lezioni universitarie di letteratura italiana e latina, il mio “momento accademico” preferito. Il poemetto è un originale connubio tra la poetica tradizionale dell’amor cortese, la letteratura romantico-gotica Ottocentesca e il gusto moderno per il fantasy. Il poeta è innamorato di una donna spietata, una strega che non invecchia, non si innamora e non vive secondo le regole della civiltà. La figura femminile è signora assoluta del cuore dell’uomo e si erge al di sopra di tutto, discostandosi sia dalla donna angelo della tradizione, sia dalle donne vampiro del Decadentismo: ella è una strega, una maga arcana e potente, terribile e apparentemente insensibile a qualunque forma di affetto. Consapevole della sua bellezza e della sua potenza, la strega non deve faticare per attirare a sé l’amore di un uomo che, a modo suo, pure è isolato dalla società: egli infatti è un poeta, uno degli ultimi, ed è proprio la sua sensibilità alla bellezza in ogni sua forma a spingerlo ai margini del mondo, nella tela di una donna a metà tra gli dei e i mortali. Proprio come nei poemi e nelle fiabe, l’amore per questa dark lady porta inevitabilmente il giovane alla rovina e alla privazione della propria umanità: la strega tuttavia, non lo trasforma in una pianta o in un animale da cortile, come facevano Circe e Alcina, ma in una bestia leggendaria, una creatura che, proprio come lei, sta a metà tra il mondo terreno e quello divino, cioè un drago. I draghi sono figure popolari nella letteratura e nel cinema di oggi, a volte saggi, altre infidi ed avidi, altre ancora creature bestiali incapaci di parola ma dotate di lealtà verso chi le cavalca. Il drago di questo libro accetta la sua nuova natura perché così ha voluto per lui la sua amata ed ella lo usa sia come guerriero a difesa del suo regno, sia come animale ammaestrato da coccolare. La fiamma dell’amore continua a bruciare dentro al poeta divenuto drago ed egli, che prima la riversava nei suoi versi, ora la vomita letteralmente sulle sue vittime, coloro che osano avvicinarsi troppo al dominio della sua signora o che semplicemente che la annoiano con suppliche. Sfuggendo al grottesco e rimanendo sempre in bilico tra tragedia, lussuria, devozione e morbosità, i versi si susseguono senza uno schema metrico particolare ma coerente con la sensibilità di un lettore moderno. Il poemetto si adatta benissimo sia alla classica lettura privata, sia alla recitazione orale per un pubblico di ascoltatori e, grazie alla libertà della sua forma poetica, ogni lettore/ascoltatore può interpretare e cogliere significati e sfumature disseminati tra i versi, le figure retoriche e il lessico ricercato. Da scoprire.

Aggiungi una recensione

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito è protetto da reCAPTCHA, ed è soggetto alla Privacy Policy e ai Termini di utilizzo di Google.